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Riforma Previdenza per la vecchiaia 2020

Nella riforma della previdenza per la vecchiaia per noi ci sono in particolare due punti che esigono cambiamenti concreti: la modernizzazione della deduzione di coordinamento del secondo pilastro e la rendita vedovile dell'AVS. Entrambe le questioni sono importanti per una configurazione del pacchetto di riforme che sia moderna e orientata ai bisogni, al posto di soluzioni globali. Leggete qui la posizione dell’ASQ.

Abolizione o adeguamento della deduzione di coordinamento?

Noi appoggiamo e auspichiamo esplicitamente l'abolizione della deduzione di coordinamento. L'abbassamento proposto e incontestato dell'aliquota di conversione del secondo pilastro, passando dall'attuale 6.8% al 6.0%, deve essere compensato in modo mirato. La proposta del Consiglio federale di abolire la deduzione di coordinamento e di adeguare in misura corrispondente gli accrediti di vecchiaia è una soluzione ragionevole per arrivare a una tale compensazione evitando qualsiasi commistione fra primo e secondo pilastro. Inoltre per gran parte della popolazione attiva migliora simultaneamente la previdenza del secondo pilastro per la vecchiaia. La forma attuale della deduzione di coordinamento comporta per molte persone con attività lucrativa una notevole lacuna della copertura assicurativa. Questo concerne soprattutto i redditi bassi e le persone attive a tempo parziale. In particolare la situazione attuale tocca le donne, perché il lavoro a tempo parziale e i salari bassi sono più frequenti fra le donne, che ancora oggi hanno un reddito medio più basso.

Con l'abolizione della deduzione di coordinamento del secondo pilastro si evitano perciò le lacune previdenziali e assicurative. Questo, perché si accumula un capitale maggiore, il che genera una rendita più elevata, risparmiata con la responsabilità personale.

L'Unione padronale svizzera, l'Unione svizzera delle arti e mestieri ed Economiesuisse vorrebbero che la deduzione di coordinamento venisse mantenuta. Pertanto è molto improbabile che venga abolita completamente. Le associazioni menzionate accetterebbero però che la deduzione di coordinamento venisse vincolata al grado di occupazione. Questa soluzione aiuta a ridurre la lacuna della copertura delle persone attive a tempo parziale. Però è ingiusta, perché non offre nessun vantaggio alle persone con un salario basso e avvantaggia quelle con un'attività a tempo parziale. A nostro parere è sbagliato che la rendita sia più elevata, quando un determinato reddito viene conseguito lavorando a tempo parziale, rispetto al caso del medesimo reddito, ottenuto lavorando a tempo pieno. Perciò dal nostro punto di vista la soluzione migliore – se la deduzione di coordinamento non viene abolita del tutto – è che per il calcolo si utilizzi come salario coordinato un quarto del salario assicurato obbligatoriamente. Con tale soluzione si compensa l'abbassamento dell'aliquota di conversione per il gruppo delle persone attive a tempo parziale o con un salario basso e si riducono le lacune assicurative.

Per una rendita vedovile moderna e mirata

Il Consiglio federale ha proposto una modernizzazione della rendita vedovile, che noi appoggiamo. Attualmente il sistema dell'AVS prevede che, a certe condizioni, tutte le vedove abbiano diritto a una rendita. Tale normativa si fonda sulla ripartizione classica dei ruoli fra uomo e donna. Inoltre rappresenta un incentivo sbagliato per l'attività lucrativa delle donne e non rispecchia assolutamente i mutamenti della società. Oggigiorno gran parte delle donne sposate contribuisce in misura notevole al reddito familiare.

Il Consiglio federale ha constatato questi mutamenti della società e propone, al posto dell'attuale soluzione globale, un adeguamento del sistema che tenga conto della situazione odierna. Il nuovo sistema di prestazioni per i superstiti prevede una riduzione della rendita vedovile dall'80% al 60% e un aumento delle rendite per orfani dal 40% al 50%. Simultaneamente la rendita vedovile viene limitata alle donne con figli che seguono una formazione. Questa modifica è mirata e contribuisce a promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Nella procedura di consultazione la proposta del Consiglio federale è rimasta in larga misura incontestata e fornisce un contributo tutt'altro che trascurabile al finanziamento del pacchetto di riforme. Per evitare possibili casi di estremo rigore, suggeriamo di integrare la proposta del Consiglio federare con una clausola in tal senso. Per esempio si dovrebbero aiutare le madri vedove che, a motivo della situazione familiare e dell'organizzazione dell'educazione dei figli, non hanno avuto modo di continuare sostanzialmente la loro attività lucrativa e perciò con l'avanzare degli anni molto difficilmente possono integrarsi nel mondo del lavoro. Per tali casi dovrebbero essere possibili per esempio prestazioni o misure di sostegno per il reinserimento professionale.

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